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Audiobooks Narrated by Stefano Braschi
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"Dice la Bibbia: 'Lotta sino alla morte per la verità e il Signore combatterà per te'. In questo volume il teologo Vito Mancuso non esita a polemizzare con papi e cardinali della sua Chiesa. Come scrive Carlo Maria Martini, è dunque un libro che 'incontrerà opposizioni e critiche', eppure 'sarà difficile parlare dei suoi argomenti' – l'esistenza dell'anima, il peccato e il giudizio, la salvezza e la perdizione, negli scenari dell'inferno, del purgatorio e del paradiso – senza tenere conto di quanto ne dice l'autore 'con penetrazione coraggiosa', in un discorso rivolto soprattutto alla coscienza laica nutrita di scienza e di filosofia. Valeva la pena di rischiare? In gioco è l'interrogativo capitale che da sempre inquieta gli esseri umani: se esista e come possa essere la vita dopo la morte."
"Grazie alle sue armi di difesa personale – la tesa abbassata sugli occhi per principio, il sopracciglio inarcato per la stessa ragione, un fisico rispettabile nonostante gli stravizi –, Philip Marlowe potrebbe arrivare a fine mese guadagnando quanto basta, senza passare da un guaio all'altro. Specie quando si muove, come qui, nel suo ambiente naturale, la Los Angeles dei locali notturni. Ma purtroppo, anche se a vederlo non si direbbe, è curioso. E se davanti a un locale, mentre indaga su tutt'altro, nota un figuro in cappotto sportivo, palline da golf per bottoni e un abbacinante paio di scarpe di coccodrillo, vuole saperne di più: quindi lo segue all'interno, finendo a contatto ravvicinato col temibile Moose Malloy, e si mette poi sulle tracce della sua molto rimpianta vecchia fiamma, l'ancor più temibile Velma Valento."
"È sempre l'ultimo incarico, per Philip Marlowe. Ma quello che gli abbiamo affidato stavolta, forse, è il più delicato. Sì, perché deve prendere tutto il décor e tutti i ferri del suo mestiere – le palme e il vento caldo di Los Angeles, la penombra minacciosa di interni sfarzosi e lo sfarfallio dell'acqua nelle piscine, il crepitio delle pistole e quello ancora più letale dei lamé –, aggiungerci il suo fuori campo inconfondibile, e rimetterli al posto delle storie spesso ovvie raccontate da migliaia di suoi epigoni, in quell'universo narrativo opaco cui è stato attribuito d'ufficio un nome che non gli apparteneva: il noir. Sì, stavolta Marlowe deve riportare le lancette all'anno in cui tutto è cominciato, il 1939, e al luogo da cui tutto il resto ha tratto origine: questo romanzo. E per fortuna tutto fa pensare che ci riuscirà – o che fallirà magnificamente, come solo lui avrebbe potuto."